Letture

“Il Riflesso dell’Anima”, di Leda Muraro

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Oggi recensiamo Il Riflesso dell’Anima, un romance di Leda Muraro edito da Zerounoundici edizioni. Dopo (troppi) mesi passati a riposare e aspettare sullo scaffale, all’ombra dei tomi universitari di diritto che mi chiedevano (ordinavano!) di essere letti, finalmente un paio di giorni fa ho potuto cominciare la lettura di questo breve e intenso romanzo. 173 pagine che, con ritmo crescente, raccontano la vita di Lorenzo: non come fosse una sterile fotografia in bianco e nero, ma uno scatto panoramico estremamente dettagliato, ricco dei colori di Verona.

Per chi non lo conoscesse ancora, riporto la quarta di copertina, così da non rischiare di oscurare la storia dietro la mia anchilosata capacità riassuntiva: “Era l’anno 1955. Lorenzo aveva appena 25 anni quella notte in cui tutto ebbe inizio. Ancora non sapeva che quella realtà, nella quale aveva compiuto un terribile sbaglio, stava per scomparire per sempre. Alla mattina nulla era più lo stesso. Non conosceva la casa nella quale si era svegliato, né il volto che vedeva riflesso nello specchio. Il volto di un vecchio. Ancora non sapeva come fosse arrivato in quello strano posto, ma soprattutto non aveva idea di come poter tornare indietro.”

Direi che è il momento di guardarlo da vicino! Il romanzo si apre nella Verona degli anni ’50, a cavallo tra l’ambiente fervente dell’università e la calma placida e bucolica delle campagne venete. Lo sfondo quasi ingiallito dal tempo dei luoghi in cui le vicende si snodano è estremamente vivido, e soprattutto la periferia verdeggiante in cui abita la famiglia del “giovane” Lorenzo rimane impressa, perfetta cornice per il difficile rapporto familiare. Su questo lato, infatti, l’autrice delinea con grande immediatezza i personaggi del padre e della madre del ragazzo, ed è capace di non cadere in un errore comune: introdurre personaggi secondari che rimangono… anonimi, e slavati! Invece, sia i genitori di Lorenzo che quelli di Lena (la bella compagna di università di cui il protagonista si invaghisce) sviluppano una personalità ben precisa, che guida la comprensione dell’intera vicenda.

Il risveglio di Lorenzo da anziano è improvviso, anche se il lettore, che viene dalla quarta di copertina, certamente se lo aspetta. Non si aspetterà (o almeno, io non mi aspettavo) la spiegazione di questo “fenomeno”: onestamente, un dubbio mi era venuto, più che altro nella forma curiosa del “se fosse successo così sarebbe eccezionale…”, ma l’autrice è capace di indirizzare le congetture del lettore, canalizzandole proprio là dove li lo vuole. E così, l’exploit finale stupisce, e in un certo senso addolcisce quella che è l’opinione che io personalmente avevo di Lorenzo, e del suo “terribile sbaglio”.

Se vogliamo trovare un punto debole al romanzo, per quanto mi riguarda potremmo individuarlo nell’accelerazione: il romanzo impiega un po’ di pagine per ingranare, soprattutto negli spazi universitari, là dove Damiano e Nathan non acquistano un loro spessore. D’altronde, l’autrice ha qui voluto dare spazio all’incontro Lena-Lorenzo, e ad alcuni episodi che (come leggerete) hanno tracciato le linee fondamentali della loro storia insieme. In questo si giustifica il largo spazio, per così dire a posteriori: a fine lettura, capirete che le vicende universitarie del protagonista hanno il loro forte significato!

Insomma, se vogliamo arrivare a un giudizio sintetico, Il Riflesso dell’Anima è un ottimo romanzo: prima attira e accerchia il lettore con le basi della storia, poi cattura con l’improvviso “invecchiamento” di Lorenzo, infine culla nella serie di flashback che il “vecchio” Lorenzo ha del suo “giovane” alter-ego. Cuce una storia che pare nata dal rimorso, ma muove poi nel ricordo e chiude…

… vedrete! Anzi, leggerete! Io, per quel che vale il mio parere… ve lo consiglio!

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